XX° compleanno dei faccioni: sondaggio

Bùrdèl ai sèm! fra due settimane il gruppo compie vent’anni! Sono passati vent’anni dalla gita a Milano del 28 marzo 1989! fata roba!

Ci sono molte proposte su cosa fare:

GIORNO: sabato 28, domenica 29 oppure sabato 4 e la domenica delle palme.. il 5 aprile!

COSA: sbornia, cena, pranzo con famiglie, trenino… o più iniziative!
Io propongo due appuntamenti: bevuta in compagnia con cineforum de “amici miei atto II” per il sabato 28, poi pranzo con le famiglie (come facemmo al Piano) la domenica delle palme.

Dite la vostra, in tre-quattro giorni!

Ci vediamo alla focarina a Montiano mercoledì sera, vestiti da romani per picchiare i celti!

Scòr e’ dialét, sumàr: Àqua

Fazun! Inauguriamo una nuova rubrica, grazie al dizionario Romagnolo-Italiano regalatomi da Eygez par Nadèl, toccheremo uno alla volta arcaici termini della nostra beneamata lingua dialettale.

La rubrica si chiamerà: “Scòr e’ dialét, sumàr!”

Il primo vocabolo, in ordine alfabetico è… ÀQUA.


Àqua (pl. Àcv) s.f. Acqua.

Àqua dôlza :acqua dolce, di fiume.

Àqua salêda: acqua salata, di mare.

Àqua in bòca, no scòr! invitare uno a tacere, dopo avergli confidato qualcosa (una corna, una ruberia).

Àqua, ch’am brus! Aiuto, sono messo male! Utilizzata anche da Brigone, davanti alla graticola con le braciole al Sexybar, quando aveva la pelle a 200 gradi.

Vigliàc, t’è tirê l’ Àqua ae tù mùlen! Quando un amico si è fatto gli affari suoi e ti ha ciulato.

Avé l’ Àqua a la gôla: essere messo male, in difficoltà; si dice anche scherzando “nò fasì l’onda!”.

L’è coma un pès fura dl’ Àqua, è come un pesce fuor d’acqua, a disagio.

Stè bürdèl l’à è bèn dl’ Àqua d’mêr, frase pronunciata da don Giorgio durante la messa a Montiano, indicando un bambino irrequieto che non stava mai fermo, come l’acqua del mare.

E’ vèn zò un’ Àqua che Dio ü la manda, quando piove a manetta.

Ad Àqua nìgra, fāt s’chiv, che acqua lercia, che schifo, esclamazione dei faccioni quando Gaba fece il bidet nel lago di Ridracoli.

Me a lavòr da söta, c’me l’Àqua! Disse Fuli facendo intendere che nel suo lavoro ci sapeva fare anche se non appariva!

‘O magnè, ‘o magnè c’me l’Àqua a Marturen!, ho mangiato tanto come il fiume a Martorano, dove la strada fa una curva a causa dell’erosione.

Sono tanti i nessi tra acqua e vino, da sempre si dice che se sei in Romagna lo vedi perché se chiedi da bere… non ti danno acqua!

L’Àqua u la bè e sumar, l’acqua la beve l’asino.

L’Àqua la fa malêr, e vèn e’ fa cantê’, l’acqua fa male e il vino fa cantare.

L’ Àqua la mêrza i pèl, l’acqua fa marcire i pali.

L’ Àqua nò bè’ che i palmòn t’at marzarè, non bere acqua perché marciscono i polmoni.

L’ Àqua? La fa la rèzna! Al ristorante quando il cameriere chiede: acqua? E si risponde scocciati: no, fa la ruggine! Oppure: at ringrèzi, am so’ za lave’: ti ringrazio ma mi sono già lavato!

Àqua e ciàcar an fa fartël: con acqua e parole non si fanno frittelle, si rammenta a chi parla troppo, a chi è… dispersivo.

Chi ch’è stè scutê da l’Àqua bulida, us n’argüerda nèca da quèla giazêda: chi si è scottato con l’acqua bollente, se ne guarda anche da quella ghiaccia.

Da ricordare Aquadèz: ciò che i faccioni non bevono mai!

cornuto e mazziato… ma grazie lo stesso amici fazun!


Le elezioni primarie di Cesena mi hanno visto collocarmi al 12° posto, primo dei non eletti per soli 6 voti!
Sono comunque contento perchè 185 persone mi hanno votato: sono tante, e sono tutte persone che mi hanno fatto un vero regalo. Nessuna, ripeto nessuna di questi 185 persone ha agito per input politico o ordine di scuderia: sono spontanei gesti di riconoscenza e cordialità che ho apprezzato.
Ma in particolare ringrazio tutti i faccioni, che mi hanno votato in blocco, e che hanno portato altre persone a votare: grazie a tutti, grazie mille!